Benvenuto


Questo è il nostro spazio, che gestiremo insieme. Leggete i miei post, inviate i vostri commenti ed, insieme, cercheremo di rendere interessanti questi momenti dedicati a Noi ed al nostro Mondo.
Clo

venerdì 25 marzo 2011

Eventi 2011 - Risposta all'articolo di Marco Ferrante sul Sole 24 Ore dell'8 marzo 2011 su Chiaromonte


Dott. Marco Ferrante, vorrei rispondere nel mio blog ad un suo articolo, apparso sul Sole 24 Ore dell’8 marzo 2011, dal titolo “Lo sviluppo del Sud, dal Gattopardo al Grande Fratello” che ho trovato in rete.
Io, naturalmente, non ho la visibilità di un grande quotidiano, ne la pretesa di affrontare il discorso da un punto di vista politico-sociologico perchè me ne mancano le basi teoriche.
Approfitto però di questo mio spazio, è mio e quindi ne dispongo, e spero di avere qualche piccolo seguito tra i lettori abituali del mio blog. Tenterò di sviluppare qualche concetto in risposta al “familismo amorale” di Banfield da Lei citato e, mi sembra, confermato ad oggi da quanto ha visto nella sua permanenza a Chiaromonte.
Il “familismo amorale” descritto nel suo articolo impedisce la crescita della comunità, il perseguimento dell’interesse generale etc. etc., e vuole descrivere le basi morali di una comunità arretrata. Nel suo articolo mi sembra, se non ho capito male, che Lei ribadisca questa arretratezza e la contestualizzi ad oggi con tanto di esempi, nomi e cognomi.
Io ho conosciuto da poco tempo questa comunità, o almeno una parte di essa. L’ho conosciuta grazie ad un nostro amico, originario di Chiaromonte e trasferito a Roma. All’inizio, come ho già detto in questo blog nel mio Viaggio “Magie della Basilicata”, non conoscevo questa Regione ne i suoi abitanti. Il nostro amico ci ha convinto a fare questa esperienza vantando le bellezze del posto, la qualità della gente e, specifico nel campo di interessi di questo blog, la bontà dei prodotti enogastronomici. Per me peperoni cruschi, mischiglio, “gliummariell” e “suffritt” erano parole nuove; ora sono pietre miliari della mia cultura gastronomica.
Ma non è delle bontà alimentari, della loro genuinità e qualità, delle meraviglie del parco del Pollino o delle altre bellezze di questo territorio che voglio parlare. Io voglio parlare della gente. Di quella gente che, secondo Banfield e forse anche secondo Lei, sarebbe “amorale” ed arretrata.
Io naturalmente non ho conosciuto tutti, ne sono entrata molto nella vita privata delle persone per valutare ed analizzare i loro problemi e le loro aspirazioni. Ho però conosciuto qualche Chiaromontese, locale o trapiantato in altri luoghi.
Ho conosciuto Norina, che nella sua lunga vita ha lavorato durissimamente prima da sorella/mamma di molti fratelli e poi da moglie e mamma amatissima e che ancora oggi, a più di ottanta anni portati benissimo, lavora e cucina come una sposina.
Ho conosciuto dei “giovanotti” non sposati che, penso, non si siano sposati anche per stare vicino alla famiglia ed in particolare alle mamme anziane.
Ho conosciuto Egidio, pensionato della Polizia di Stato, perchè al sud “...o fai il poliziotto o il prete...”, che ha campato la famiglia a Roma ed in altre città e che ha trasferito lo spirito di servizio ad uno dei suoi figli, anche lui nella Polizia. Oggi Egidio non perde occasione per tornare a Chiaromonte e zappare l’orticello.
Ho conosciuto piccoli produttori di olio e proprietari di frantoi orgogliosi della loro attività ed innamorati dei loro prodotti.
Ho conosciuto commercianti che, per parlarti della loro attività e di quanto fanno per mantenere le tradizioni e la produzione di qualità, ti tengono un’ora prima di servirti un salamino “...senza conservanti ne coloranti e che te ne puoi mangiare pure uno intero...”. Ed è vero!!!
Non ho volutamente inserito i cognomi delle persone citate, a differenza di quanto fatto da Lei, perchè di Norine o Egidio o Vincenzo o Oreste a Chiaromonte ce ne sono moltissimi, tutti con lo stesso nome e cognome “Gente di Chiaromonte”, e tutti con un “familismo morale”.
“Familismo morale”, non amorale. E questo perchè sono tutti morali i valori della famiglia che io ho incontrato qui, spesso valutati con leggerezza come arretrati da noi “cittadini” che magari lasciamo i nostri anziani alle amorevoli cure di qualche badante o di qualche “attrezzatissima e pulitissima” casa di riposo.
Io no so se quello che ho visto in queste mie visite significa essere arretrati, sicuramente so che spero di riuscire a trasmettere ai miei figli un po di questo “familismo” ed un po del carattere di questa Gente di Chiaromonte.
Questo carattere io l’ho ritrovato in un miracolo del mondo vegetale che un nostro amico di Chiaromonte ci ha fatto conoscere, il “Pino Loricato”.
Questo albero cresce sulla roccia, ha una corteccia durissima che lo protegge dalle intemperie, imbianca ma non molla la presa e rimane abbarbicato al suo terreno. Inoltre ha una storia vicina ad un altro momento cruciale di questa terra, l’emigrazione. Con il legno di questo albero, inattaccabile dalla salsedine, venivano costriuti i bauli usati dagli emigranti durante la navigazione per raggiungere le Americhe.
Per le stesse caratteristiche la Gente di Chiaromonte mi ha colpito. Gente dura, abituata ai sacrifici ed alle avversità, pronti a partire ma col desiderio di tornare, con una scorza che li protegge anche dai giudizi affrettati o dai facili luoghi comuni come definire il Sud arretrato, ma accoglienti ed in grado di aiutarsi ed aiutare chi ha bisogno. 
Mi scuso con i Chiaromontesi per non essere in grado di affrontare la loro questione particolare, inserita nella più ampia questione meridionale, con la dovuta conoscenza sociologica e scientifica. L’ho affrontata in questo articolo esclusivamente dal punto di vista sentimentale.
Comunque, vista la situazione attuale nella quale ci troviamo e nella quale ci hanno precipitato anche i “professori” con le loro discussioni sociologiche e scientifiche sempre sicurissimi delle loro conclusioni, forse qualche analisi “sentimentale” sarebbe più opportuna e potrebbe anche dimostrare che “progresso e crescita” non sono sempre sinonimi del vivere bene, e che qualche volta “arretratezza o, meglio, tradizioni” sono invece indici di qualità della vita.
Sperando di poter leggere suoi eventuali commenti, specie nel caso avessi frainteso le sue osservazioni,
Saluti
La redazione del Blog

8 commenti:

  1. Grazie. concordo. FERRANTE evidentemente frequenta posti dove dove nessuno ha l'abbonamento Sky, stanno tutti nei bar 24 ore (!!!!)al giorno, e le strade pullulano di sezioni di partito.
    Angelomauro Calza
    chiaromontese doc, già all'epoca dell'università scettico sullo studio di Banfield

    RispondiElimina
  2. Sig. Calza,
    grazie per il commento.
    Arrivederci a Chiaromonte.
    Clo

    RispondiElimina
  3. Gent.ma Signora Clo,il sig.Calza dice bene, e capirà sicuramente quello che le voglio raccontare:
    La storia di quattro ragazzi(di cui tre non ancora maggiorenni) "familisti amorali" che per amore della musica e del proprio paese, molti anni fa si caricarono di cambiali e rischiando in proprio misero su un gruppo musicale.
    Si ritrovavano tutte le sere in un vecchio scantinato a provare e iniziarono a fare serate suonando ai matrimoni,piano piano ci riuscirono, pagarono tutte le cambiali ed incisero anche un disco.
    Poi come tutti i figli di questa Lucania ad un preciso momento della vita dovettero interrompere il loro sogno per allontanarsi dalla loro amatissima terra!
    Credo che anche questo sia un bell'esempio di "familismo morale" come Lei dice!Grazie Signora Clo!Grazie di cuore!

    Arrivederci a Chiaromonte. P.C.

    RispondiElimina
  4. Grazie P.C.
    Della Basilicata si conosce veramente poco. La tua storia come altre possono sicuramente contribuire a capire meglio il vostro territorio.
    Della mia esperienza a Chiaromonte posso dire, (e dirò sempre) che qui ho trovato una disponibilità a condividere con gli altri quello che si ha e che si sa del proprio territorio. Questa disponibilità è veramente "unica e speciale".
    E' vero, il lavoro manca, ma avete una grande fortuna, quella di sapere che, in qualunque parte del mondo vi troviate, il vostro paese è li, pronto ad accogliervi in un grande abbraccio materno, comunque vada.
    Continuate a coltivare questi sentimenti! E' cosa rara!
    Ciao Clo

    RispondiElimina
  5. sopra il link di una mia intervista in proposito che non ero riuscito a pubblicare. grazie

    RispondiElimina
  6. http://www.lucanomagazine.it/2011/06/la-marginalita-del-mezzogiorno-e-la-tesi-infondata-del-%e2%80%9cfamilismo-amorale%e2%80%9d/

    RispondiElimina
  7. ...uno di quei quattro musicisti pazzoidi ero proprio io...

    RispondiElimina
  8. i fantastici quattro: prospero, Angelo, Filippo e Piero

    RispondiElimina

Print/PDF